Cari Erranti, dove vi porto questa settimana? A San Miniato, con Sara e Stefano di Discover San Miniato, che hanno organizzato una splendida giornata assieme ad altri blogger per far conoscere il proprio territorio.
San Miniato si trova in provincia di Pisa, ed è conosciuta nel mondo per il suo tartufo pregiato. Infatti questa è una delle zone, assieme ad Alba in Piemonte e Acqualagna nelle Marche, dove è possibile trovare il tartufo bianco.
La giornata è iniziata proprio cosi: alla ricerca di tartufo nei boschi di San Miniato con Massimo e l’adorabile Stella di Truffle in Tuscany.
E’ stata più di una passeggiata, ma una vera e propria presa di coscienza di cos’è un tartufo (lo sapevate che è un fungo ipogeo?), di cosa vuol dire essere tartufai da generazioni, e soprattutto abbiamo parlato di cosa troviamo in giro e cosa mangiamo.
Primo mito da smentire: il tartufo non si trova solo a novembre, ma tutto l’anno in diverse varietà. In particolare quello bianco si trova a novembre.
Secondo mito da smentire: il tartufo non va conservato nel riso. Basta tenerlo in frigo in un barattolo di vetro, avvolto in uno scottex o nel tessuto.
Massimo ci ha raccontato che la caccia al tartufo ha un regolamento molto rigido, per evitare di danneggiare l’ambiente. In Italia è possibile cercare il tartufo esclusivamente con il cane e un bastone piatto (vanghino/vanghetto), per non procurare danni al terreno. L’utilizzo di ogni altro animale e/o utensile può essere punibile con una multa.
Inoltre siamo stati “istruiti” su cosa troviamo in giro: Il tartufo, e in particolare quello bianco, è molto pregiato, e di conseguenza costoso: se trovate un tartufo bianco a basso costo, spesso si tratta di prodotti chimici o altri tipi di tartufo.
La passeggiata nel bosco è stata molto piacevole: la pioggia ha tirato fuori tutti gli odori tipici autunnali, e il buon naso di Stella ha fatto il resto: 35 gr di tartufo, di cui due bianchi e uno nero!
Dopo la passeggiata, con il nostro bottino siamo andati a casa di Massimo, dove Letizia, chef e sorella di Massimo, ci ha preparato un ottimo menù a base di tartufo, in particolare:
Il tutto accompagnato da vini bianchi sanminiatesi delle cantine Cupelli e Beconcini.
Non aggiungo altro…le foto parlano da sole!
Alla fine del pranzo Massimo ci ha consegnato un attestato (“firmato” anche da Stella), come ambasciatori del tartufo bianco di San Miniato: da ora in poi abbiamo il compito di far conoscere e diffondere la cultura di questo fungo pregiato.
Non era la prima volta che assaggiavo piatti con il tartufo di San Miniato, ma sicuramente è stata la prima volta che ho conosciuto veramente cos’è il tartufo bianco, e quanto amore, passione e rispetto per l’ambiente è presente nei tartufai, che portano avanti questo mestiere da generazioni.
Giusto il tempo di finire questa bella esperienza, piena di gusto e tradizione, e ci arriva una strana richiesta:
Sara e Stefano hanno organizzato una caccia al tesoro per le vie di San Miniato, alla ricerca di indizi nei punti chiave della città.
In un’ora ci siamo divisi in squadre e abbiamo girato le vie di San Miniato, scoprendo le sue bellezze con divertimento. La mia squadra non ha vinto, ma è stata un’esperienza molto divertente, e realizzabile da tutti, grandi e piccini!
Dopo la Caccia al Tesoro Sara, guida turistica, ci ha accompagnato nella visita alla città con più calma.
E’ vero che San Miniato è conosciuta per il tartufo bianco, ma stata da sempre una città ambita per la sua posizione strategica: infatti si trova fra Firenze e Pisa, sul colle più alto della zona. Fu terra ambita da etruschi, romani, imperatori e re.
Da non perdere è sicuramente il Duomo, molto semplice nella sua facciata con la costellazione dell’Orsa maggiore, mentre gli interni sono molto sfarzosi in stile barocco.
Continuando la passeggiata è impossibile non soffermarsi in piazza del Seminario, dove si trova il Palazzo del Seminario Vescovile, con bellissimi affreschi e scritte in latino.
Alta e dominante sulla città, troviamo la Rocca di Federico II, che permette una vista a 360°su tutta la vallata. La torre fu costruita nel XIII secolo da Federico di Svevia, e fu distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, ma venne ricostruita nel 1958.
Infine, parlando del panorama, sono imperdibili le viste di San MIniato: splendide terrazze che si aprono in punti panoramici meravigliosi.
Quale miglior modo per concludere una giornata? Un aperitivo in uno dei ristoranti più belli e conosciuti di San Miniato: Pepenero, dello chef Gilberto Rossi. Anche da qui l’effetto “Wow” è assicurato, e la vista dalla terrazza è imperdibile.
Un grazie meritatissimo a Sara e Stefano, che hanno organizzato giornata con passione e tanto amore per il proprio territorio.
Contattateli per farvi raccontare San MIniato con amore e passione, e partecipare a queste esperienze!
Alla prossima!
Supplied by Discover San Miniato
2 Comments
Paese piccolino ma molto carino. Ci ho passato un bel soggiorno in un B&B nella bella campagna circostante. Buonissimo il tartufo, ottimi vini.
Ciao Simone, San Miniato ha tante ricchezze da scoprire dal punto di vista paesaggistico, culturale ed enogastronomico!