“Prima volta in Puglia?” Ebbene si, nel mio errare per il mondo non ero mai stata in Puglia! Tante volte avrei dovuto partire, ma ho dovuto rimandare.
La Puglia spesso è conosciuta per il mare, per il buon cibo, per un patrimonio artistico e architettonico vastissimo (dalla Magna Grecia fino ai giorni di oggi) e per località fantastiche, molto rinomate a livello turistico.
Io però sono convinta che spesso i luoghi vadano conosciuti anche fuori stagione, perchè sanno offrire tanto di più, e possiamo capire meglio le tradizioni legate al paese e alla terra.
Ne ho avuto la conferma durante il Press Tour sui Monti Dauni per i Riti degli Ognissanti, visitando i paesi di Troia, Ascoli Satriano e Orsara di Puglia: piccoli ma con bellissime tradizioni da raccontare e un patrimonio artistico da far conoscere.
Le tradizioni per gli Ognissanti sono differenti da paese a paese, ad esempio a Troia durante la notte fra il 1 e il 2 novembre vengono lasciate le calze riempite di dolci, doni dei familiari defunti. Inoltre in questa giornata la città commemora gli Ognissanti con varie iniziative, a partire dalla Chiesa dei “Murticill” (Morticelli), alla Processione e fino alla preparazione del tipico grano cotto
Mentre a Orsara di Puglia i riti di Ognissanti vengono commemorati con “Fuccacoste e Cocce Priatorje“, una tradizione che riempie il paese di migliaia di persone la sera del 1 novembre. Orsara viene riempita di zucche e alle 19:00, al rintocco della campana della Cattedrale, vengono accesi due grandi falò nella piazzetta di fronte, seguiti poi da altri in tutto il paese. Si tratta di una festa della luce: si narra infatti che il 1 novembre le anime del Purgatorio vadano a trovare i propri familiari. Le zucche illuminate alla porta servono proprio a far ritrovare loro la casa.
Continuerò a parlarvi delle tradizioni nel mio secondo post, dedicato alle persone e dei prodotti. Ora vi faccio conoscere i borghi di Troia, Ascoli Satriano e Orsara di Puglia.
Il paese di Troia si trova a 20 km da Foggia. La leggenda vuole che sia stata fondata dall’eroe greco Diomede, che, dopo aver combattuto la battaglia di Troia, arrivò in terra pugliese fondando una nuova città di Troia e sposando Ecania, la figlia di un re dauno.
La città sorge lungo la via Francigena, ed è impostata secondo una pianta medioevale, con un’asse principale e uno sviluppo di stradine che si intersecano fra loro. Stradine che devo dire, meravigliose: vi lascio qualche foto.
Lungo il Corso Regina Margherita irrompe maestosamente la Concattedrale di Santa Maria Assunta, fondata su una antica chiesa bizantina, con influenze di altre architetture, come quella pisana e la siciliana. Da notare è sicuramente il rosone, con le 11 colonnine che rappresentano gli Apostoli. Manca il dodicesimo Apostolo, San Pietro, al quale viene affidato un posto sul torciglione centrale, attorno alla stella a sei punte.
Sull’arco che sormonta il rosone, detto “Sopracciglio“, sono raffigurate una serie di figure legate a bestiari medioevali, dove venivano rappresentati soprattutto il demonio e il peccato.
Particolare è il foro laterale accanto alla porta d’ingresso: potrebbe trattarsi della forma del pane, l’unità di misura canonica stabilita dalla Chiesa per i mastri fornai e per tutta la popolazione.
Entrando nella Cattedrale, possiamo vedere una classica pianta a croce latina, con 13 colonne (12 come gli Apostoli, in più una colonna posta su pietra angolare, detta Pietra di Cristo) e due cappelle laterali.
Da notare il magnifico pulpito di architettura romanica, scolpito in un unico blocco di pietra. Da qui venivano srotolati gli “Exultet”, rotoli di canti liturgici, scritti su una doppia faccia: la parte in latino veniva letta dal sacerdote, mentre la parte con le immagini veniva rivolta verso la popolazione, spesso analfabeta. Gli Exultet sono conservati nel Museo del Tesoro della Cattedrale, consiglio di prendere appuntamento con i volontari per poterli vedere. Vale la visita!
Guardando il transetto della Chiesa é possibile notare le cappelle, una dedicata ai cinque Santi Patroni, e l’altra alla Madonna dell’ Assunta. Molto belli sono anche i due affreschi nella parte alta dell’abside e il Croocifisso morente, opera di Pietro Frasa.
Davanti alla Concattedrale si trova il Museo Diocesano: una volta questa struttura era un convento, mentre oggi nella parte superiore é presente un asilo infantile, mentre nella parte inferiore il museo.
In questo Museo si trova quello ciò che veniva considerato il “Tesoro della Chiesa” da parte del popolo. Sono presenti le statue che venivano portate in Processione, e sono talmente care alla popolazione di Troia che ogni statua aveva un nomignolo dato da loro.
Nelle varie stanze di questo Museo, sicuramente un’opera da notare è il Capitello delle quattro razze, dove sono rappresentate quattro teste di uomo, con tratti somatici diversi fra loro. Un’opera molto simile si trova a New York al Metropolitan Museum, e secondo vari studi sembra che siano della stessa fattura.
Il paese di Ascoli Satriano è caratterizzato da vicoli ricchi di colori, case, palazzi e botteghe. Vi lascio qualche foto ,scattata passeggiando lungo la via principale.
La visita prosegue al Polo Museale, inserito nel contesto di un ex convento di clausura. All’interno del museo sono visibili oggetti trovati nel territorio di Ascoli Satriano, dal 4 sec. a.C. al 2 sec. d.C.
Una prima parte del Museo è dedicato allo “Spreco necessario“, con i lussuosi corredi funebri femminili. Sono presenti spille, gioielli in argento e oro, ceramiche e oggetti da portare nell’ oltretomba.
La seconda parte è dedicata alle “Policromie del sublime“, e agli splendidi Grifoni, restituiti nel 2007 dal Getty Museum. Si tratta di un’opera in marmo policromo del 4 sec a.C., che rappresenta due grifoni che azzannano un cervo. Nella sala sono presenti altri manufatti policromi, ma la visione di questi Grifoni lascia talmente senza fiato che l’occhio cade sempre su di loro. La loro bellezza è stata talmente riconosciuta che sono stati portati all’Expo di Milano in rappresentanza delle bellezze artistiche della Puglia.
Ho visitato Orsara di Puglia durante l’evento “Fuccacoste e Cocce Priatorje”, e devo dire che il paese aveva un’atmosfera molto particolare, perchè era illuminato per la maggior parte dai falò e dalle candele dentro le zucche.
Si tratta comunque di un borgo molto carino, con vicoli stretti, piazzette e tanti dettagli da scoprire. Oltre alla festa, è sicuramente da nominare l’antico forno “Pane e Salute“, che risale al 1500.
Dopo giorni di cibo in abbondanza, quella sera per cena era previsto un “panino” tipico di questo forno: è arrivata una pagnotta di pane riempita di spezzatino di maiale, peperoni e cipolle!!
Beh, l’unità di misura del cibo pugliese è un po’ diversa dalla nostra (ma l’abbiamo apprezzata), ma ve ne parlerò prossimamente.
Che dire, mi è piaciuto conoscere le tradizioni autunnali dei Monti Dauni, e ho apprezzato l’idea di cominciare la conoscenza della Puglia proprio da qui!
Voi, Erranti, conoscete queste zone dei Monti Dauni?
A presto!
Ingegnererrante
In collaborazione con Daunia Press Tour
2 Comments
[…] Cosa fare in Autunno sui Monti Dauni fra tradizioni e borghi, di Raffaella Martini – Ingegner Errante […]
Grande Raffaella! Bellissimo articolo! È stato per me un piacere conoscerti e condividere con te e tutti gli altri ragazzi del team questa meravigliosa esperienza in Puglia! Spero ci siano altre occasioni di incontro!